“Quanno ‘o Vesuvio ten ‘a cappa si nun chiove ogge dimmane nun scappa”.
È questo un antico detto popolare che si pronuncia ogni qualvolta la cima del Vesuvio appare avvolta dalle nuvole. Quelle nuvole annunciano pioggia, mala tempora… insomma, chiove!
Ma se quelle nuvole sull’alto cratere si portano dietro anche tutta la suggestione del fumo e di quel pennacchio bianco visibile ancora prima dell’ultima eruzione del ’44, la neve è ‘n ata cosa!
Evento improvviso, raro, gioioso.
Una perla bianca che adorna ed ingentilisce ‘a Muntagna!
La neve è il frac elegante che il Vesuvio sfoggia smargiasso ogni tanto.
Ed è bellissimo. Guappo e bellissimo vestito di bianco.
Lontana su quel cratere, la neve è sogno romantico.
Inarrivabile. Intoccabile.
E presto si scioglierà.
Si rinnova lo stupore e l’eccitazione.
“C’è la neve sul Vesuvio!”. È la frase di tutti! Un’ovvietà piena di poesia.
Quello strato di neve pare possa spengnerene il fuoco che arde sotto senza farsi vedere.
Lo acquieta.
Lo ammansisce.
Lo domina.
La neve c’è perché lui, nonostante le tante eruzioni, è ancora alto!
Che tutti lo sappiano! Quasi 1300 metri! E lassù non si scherza: “fà fre-ddo, fà fre-ddo, fà free-dddooo”! (Cit. Pupella Maggio).
Qualcuno, quando ha questi colori, associa il Vesuvio addirittura al Fujiyama.
E così Napoli, città camaleontica, in inverno è anche un po’ Giappone!
Quanto è affascinante “Sua Maestà ‘o Vesuvio”!
E lo è anche il mare che comincia a danzare, increspandosi ai suoi piedi al “ritmo” del vento.
È il nostro mini inverno.
Ce lo conferma lui.
Anche noi possiamo sfoggiare sciarpe, guanti e cappelli ed avvolgerci in un caldo abbraccio.
È un altro regalo che ci fa Sua Maestà quando decide di mettere il frac.
Facciamogli l’inchino che merita…


