Il 19 settembre del 305 d.C. moriva a Pozzuoli il Vescovo di Benevento, Gennaro.
La sua testa fu recisa insieme a quella di altri 6 martiri in quello stesso giorno e nello stesso luogo. Totale, 7 esecuzioni!
E lontano dagli adepti!
Zitti e muti: bisognava evitare sommosse popolari.
Il sangue di Gennaro ha macchiato però quella pietra bianca su cui fu appoggiata la sua testa e ha “macchiato” per sempre questa terra.
19 settembre 305 d. C.
Vulcano Solfatara.
Regnado Diocleziano muore Gennaro.
Ma col sangue versato è cominciata la vera “rivoluzione”!
Altro che adepti!
San Gennaro vanta, oggi, più di 25 milioni di fedeli nel mondo ed il suo culto è già candidato ad essere proclamato Patrimonio UNESCO!
Sangue e fuoco.
Bel mix!
Un sangue che ribolle di fede e passione.
Un sangue che è da secoli il “collante” di un popolo intero.
San Gennaro meglio dell’attak!
Lui è Napoli.
Come il Vesuvio, come la pizza, come il presepe, come il mandolino, come Pulcinella, come il corno rosso, come la Sirena Partenope, come il babà e la sfoglietalla!
Per lui Napoli si ferma e si veste a festa ogni anno, da secoli.
Per lui Napoli affolla le strade e la gente si “incolla” a social e TV per “attenderlo”.
Attendono ‘o miracolo (e non chiamatelo prodigio!). Il miracolo del sangue sciolto, chiaro messaggio della sua presenza e della sua protezione.
Così, quando il sangue si scioglie noi tutti tiriamo un bel sospiro di sollievo perché “Gennarino” c’è.
E si respira aria di festa.
“Buon San Gennaro!”.
“Grazie, anche a te!”.
È il saluto/ augurio che si fa da queste parti nel giorno della sua morte che diventa di nuovo vita.
È un po’ come augurare Buon anno. Ma questo augurio a noi verrà ripetuto per altre 2 volte, il 16 dicembre ed il sabato che precede la prima domenica di maggio.
Perché il nostro è un Super Santo, fa il miracolo 3 volte l’anno.
Tre è il numero perfetto!
San Gennaro è un Super eroe che puoi vedere anche volare col suo mantello dorato e la sua mitria sul cielo di Napoli con la sua mano potente a fermare lava, peste e carestie o che sta buono buono a conversare con Santi e Madonne per mettere ‘na bbona parola per la sua città.
‘O Santo nuost è Gennari’.
Sopra di lui solo la Vergine Maria.
E scusateci se è poco!
Lei Regina, Lui Re!
Per lui è stata costruita la mitria più ingioiellata al mondo: oro, diamanti, perle, zaffiri e ribini. La sua umile corona!
Di Lui abbiamo le ossa.
Di lui abbiamo il sangue.
Di lui abbiamo la pietra dove fu decapitato.
Questa pietra si conserva a Pozzuoli, proprio nel piccolo Santuario giallo come la sua faccia, sorto proprio ai piedi del luogo dove fu decapitato.
Un’altra terra che bolle.
Sangue e fuoco.
Ogni anno, il 19 settembre, mentre a Napoli la folla festante attende il suo sangue sciolto e lo sventolio del panno bianco sull’altare della Cattedrale, a Pozzuoli, la folla, diventa fila silenziosa e composta per “toccare” quella pietra rossa che, a distanza “parla”, col suo sangue Santo.
‘O sang è vivo. ‘O sang coce. (Cit….)
Sangue e fuoco, appunto!
Arde la terra.
Arde questo popolo.
Ribolle il sangue.
Si ravviva la fede.
Si rinnova il miracolo.
SI rinnova il patto “di sangue”.
È sconfitta la morte.
Buon San Gennaro.
Grazie anche a te.
Cominci la festa!
‘O sang è vivo!