Quando entri al MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli già capisci chi comanda in questo enorme palazzo che fu caserma di cavalleria e poi contenitore di antichità.
Comanda quello lì che sta sulle scale: re Ferdinando I di Borbone. Elmo in testa, corazza, saluto alla Cesare, ti guarda dritto negli occhi, ti invita ad entrare.
“Lasciate ogni speranza oh voi che entrate“.
È un invito o una minaccia? Sì perché, una volta entrati, qui dovete vedere prorio tutto: Collezione Farnese, Gabinetto Segreto, mosaici, affreschi, vetri, cammei e gemme, Sala della Meridiana, plastico di Pompei, Ercolano, Sezione Egizia, Magna Grecia, Preistoria, Numismatica. E se mi sono dimenticata qualcosa è perché sta chiuso!
É tra i più grandi musei di antichità classiche al modo!
Ferdinando è un colosso… anche perché questa statua l’ha fatta nientemeno che Antonio Canova, sculture top del neolassicismo europeo.
Ferdinando, infatti, pare meno scugnizzo e più saggio con quell’elmetto in testa. È Minerva, la saggezza fatta persona. Certo, se vogliamo parlare di colossi, ci sta pure il bell’Ercole Farnese. Tutto marmo e muscoli.
Ma poi esistono davvero addominali del genere? Mah!
È un po’ stanco Ercole, si riposa, appoggiato, pensieroso, sulla sua pelle di leone sulla clava.
Un Dio stanco! Cos ‘e pazzi!
Lui però non è proprio un Dio! Diciamola tutta. È un semi-Dio, figlio di Zeus (immortale) e di Alcmena (mortale).
Per questo ci piace, non solo per i suoi muscoli, ma perché è vulnerabile, non è invincibile. Evvivaddio…Pardon evviva semi – Dio! Non è un super eroe solo forzuto anche se poi le 12 fatiche le ha superate tutte.
Forse, proprio per questo, anche Napoleone Bonaparte ha ammirato tanto questa statua da provare pure a portarsela via. E per ben tre volte!
Stavolta però non ci è riuscito. Napoli batte Paris 1 a 0. Ercole sta qui, è nostro. Icona di questo museo. Icona di questa città. Solo qua poteva stare. Non mostra i muscoli, non ostenta la sua bellezza.
La sua bellezza è nella sua stanchezza, la sua umanità, la sua imperfezione. Ercole-Napoli. Anche qui superiamo le fatiche (… e pure più di 12 direi!).
Glicone, l’autore greco, ha lasciato la sua firma, anche Canova nel suo Ferdinando I alla base del piedistallo l’ha lasciata.
E poi? E poi ce ne sono tanti altri di scultori e di statue.
Ve l’ho detto “Lasciate ogni speranza oh voi che entrate“… E non è una minaccia!