Ho imparato che gli esseri umani sono esseri. Punto.
Ho imparato che le tragedie insegnano a pochi e smascherano tanti.
Ho imparato che, per imparare a parlare, prima di dire “mamma“, bisognerebbe insegnare a dire tre semplici parole: buongiorno, grazie, prego.
Ho imparato che chi non guarda negli occhi non vede più il mondo. È caduto nel buco nero dell’indifferenza.
Ho imparato che chi alza la voce non sa ascoltare. È sordo, al mondo, alla sua stessa vita.
Ho imparato che la gentilezza è ciò che nobilita l’uomo. Non il lavoro. Il lavoro senza gentilezza è solo il 27 del mese.
Ho imparato la compassione.
Ne ho per chi non sa vivere la vita come dono, ogni giorno.
Ne ho per chi si nasconde dietro a un titolo o a una scrivania piena di fiori profumati. Mettono acqua nei vasi e non innaffiano sé stessi, di bontà, amore, fede, gioia, condivisione.
Ho imparato che i panorami, esistono solo per chi sa che il cielo è sempre azzurro.
Ho imparato che chi riconosce l’azzurro ha luce.
Ho imparato che esistono i “modi” oltre alle parole. E sono tutto. Cambiano le prospettive. Diventano sollievo, conforto, aiuto quando non ci sono speranze.
Ho imparato a guardare gli uccelli. Volano controvento e si accontentano di semi.
Ho imparato a respirare profondamente, a contare fino a tre, se arrivo a quattro ho già fallito.
Sono un essere.
Un essere umano.