Nel blu dipinto di blu, felice di stare "qua giù" con te.
“Qua giù” e non “lassu” (come invece cantava Modugno) perché è in un “giù” da sempre nascosto che si trova la bellissima chiesa di Santa Maria Maddalena alla Sanità.
Si, proprio in quel quartiere Sanità dove un tempo era quasi proibito inoltrarsi perché in vie come quella in cui ha sede la chiesa ottocentesca, via dei Cristallini, nel 1998 la camorra fece addirittura scoppiare un’autobomba.
Ma da quei vetri in frantumi ed il frastuono del rumore del male e della malavita, oggi c’è il “rumore” (e il colore) di un mare pulito in cui onde di volti fluiscono attraverso sguardi e rughe profonde. Fluiscono ed “ondeggiano” così come hanno voluto i tre artisti: Tono Cruz (spagnolo) Mono Gonzales (cileno) e l’italiana Giuliana Conte.
La loro mano e la loro arte ha guidato i giovani del quartiere che hanno contribuito a fare rinascere, dopo 40 anni, la splendida chiesa.
Un tempo forse un po’ troppo lungo ma il bene, si sa, ha bisogno di sedimentare a lungo per mettere poi radici tanto forti da non essere mai più sradicate.
E forte come radice profonda è la porta ora sempre aperta di questa chiesa: da qui la luce entra e, soprattutto, esce.
Apertura, non chiusura.
Luce, non più ombra.
Via Cristallini era la via dove si lavoravano i cristalli e la volta della chiesa presenta proprio gli attrezzi di antichi mestieri che si praticavano in questa zona.
Il cristallo luccica, è pulito e trasparente proprio come i volti raffigurati in tutta la chiesa, ritratti della gente del quartiere con profondi solchi sul viso, cicatrici di una vita spesso troppo dura ma mai tanto da fare perdere la luce nei loro occhi. Cristalli anche quelli.
L’altare poi è un capolavoro, resti della prua di una barca di migranti lavorata dai detenuti del carcere di Secondigliano nel laboratorio di falegnameria.
È un legno freddo come marmo che parla di centinaia di migranti morti in mare tra l’indifferenza e l’inadeguatezza della politica eppure, è un legno colorato. Tre fasce come raggi di luce che diventano arcobaleno di speranza. La prua di questa barca è puntata verso gli affreschi della chiesa, concepiti come albero di vita: i rami si intrecciano e diventano spine ma quelle spine hanno punte dorate.
Luce. Appunto.
In una delle cappelle laterali c’è anche una madonnina, una delle poche sculture recuperate nonostante i saccheggi e i danni della guerra.
Nel 2023 la Madonnina resiliente è tornata tra il suo popolo di naufraghi. Come le spine dorate anche lei è luce.
C’è poi un bell’omaggio ai teschi del Cimitero delle Fontanelle ma anche alle tante Catacombe presenti su questa collina di tufo.
Il “memento mori” è in due piccole cappelline a sinistra dell’ingresso.
E la pala d’altare?
Non ci sono Santi, non ci sono Madonne ma una enorme mano intrecciata tra le spine. È una mano benedicente, non la destra ma la sinistra. L’altra mano parla di diversità, di cadute, di sofferenza e rinascita come questa chiesa che splende in un azzurro che è un’onda gigante fatta di 40 sfumature diverse.
Quest’onda ha invaso la Sanità , quartiere ricco di bellezza e di una umanità dalle 40 sfumature diverse, appunto.