Un mercato di cosa è fatto? Di bancarelle, rumori, odori sparsi, frutta, verdura, venditori et similia.
Ma a Napoli se dici mercato pensi subito ad una Piazza: Piazza Mercato, la sorella povera di Piazza Plebiscito.
Eppure è grande, aveva il mare davanti ed oggi ha casermoni di cemento che la separano dall’azzurro.
Ma quel mare è stato accoglienza e luogo di scambio tanto che questa piazza era chiamata Campo del moricino forse proprio per la presenza dei mercanti mori. Popoli altri. Culture fuse e mescolate. Un mercato di uomini e cose in questo luogo dominato da chiese, cupole e campanili. Qui c’è quello più alto della città, 75 m, ed un motivo decorativo in maiolica: un faro nella città. È il campanile della Chiesa del Carmine e nella chiesa c’è la Madonna bruna.
A lei ci rivolgiamo e lei invochiamo: “Mamma ‘ro Carmine!” Quante volte lo diciamo? È la Madonna più nominata.
Sei stanco? Mamma ‘ro Carmine! Sei incredulo? Mamma ‘ro Carmine. Indignato? Mamma’ ro Carmine…
La puoi invocare sempre, lei c’è, avvolta da marmi bianchissimi ed ex voto.
La Madonna bruna fa anche miracoli. Il suo volto stringe quello del figlio in un manto nero e rosso.
Quante ne ha viste? La piazza dove è custodita, racconta storie di morti e rivoluzioni.
Qui morì Corradino di Svevia, qui uccisero Masaniello e giocarono a pallone con la sua testa. Qui morirono Luigia Sanfelice ed Eleonora Pimmentel Fonseca… Sono storie e sono fantasmi. Quanti ce ne sono in questa città che solo poche volte ha saputo alzare la testa stanca di tasse e soprusi? Ma poi quelle teste le ha pure perdute! Anche qui arrivarono il patibolo e la ghigliottina.
Fu quando il Borbone divenne tiranno. Da queste parti solo una testa si è salvata…
È di una donna. Si chiama Marianna, Marianna ‘a capa ‘e Napule. È una statua ellenistica neanche troppo bella. Un po’ matrona, un po’ popolana. Nella chiesa di San Giovanni a Mare la sua copia. La vera Marianna sta a Palazzo San Giacomo, in Piazza Municipio, a ricordare forse che è lei la vera “Capa” di Napoli e infatti è identificata anche con Partenope, sirena e regina. Sincretismo, fusione, mescolanza. Fatto sta che è una “Capa” e pure tosta, indistruttibile come quella che tengono i napoletani quando si arrabbiano.
Marianna ricorda la Marianna francese, portatrice di ideali di quella rivoluzione francese che qui si chiamò Repubblica del 1799.
Liberte’ Egalite’ Fraternite’…. vien appriess a me… Solo che chi è venuto “appriess” poi proprio qui la “capa” l’ha persa definitivamente.
A piazza mercato le loro voci, le loro storie depositate tra cupole, campanili e quel mare nascosto da palazzi in cemento.
Ma c’è, se ne sente l’odore e quell’odore si fonde con i racconti di ideali e ribellioni in questa piazza.
Piazza Mercato, grande eppur sorella povera…